Perdere un figlio durante la gravidanza, alla nascita o subito dopo, è un lutto aggravato da una serie di inadeguatezze sociali, mediche e giuridiche.
Avere la possibilità di prendersi uno spazio che possa accogliere la sofferenza, dove poter so-stare nelle proprie emozioni, contattando il proprio dolore, ascoltandosi, può rappresentare un modo per non dimenticare, per dare dignità a quanto accaduto, perchè per quanto ad oggi, per il contesto socio-culturale nel quale viviamo la perdita di un figlio durante la gravidanza o dopo il parto è un non-evento, così non è per una madre e un padre che l’hanno desiderato, sognato, immaginato e sentito…l’elaborazione del lutto è cosa fondamentale, mentre chi spesso ruota intorno alla coppia inviti a rimettere subito in cantiere un’altra vita.
Non temere il dolore, ma riconoscerlo, permettergli di venir fuori, senza coprirlo o negarlo, cercare quando e se ci si sentirà pronti ad attraversarlo, non per dimenticare ma per appropriarsi di una consapevolezza che apre al valore e al riconoscimento del legame con quel figlio di cielo…